CAREGIVER FAMILIARE SIGNIFICATO
Nell’ambito del mondo dell’assistenza e della sanità domiciliare, al fine di accudire gli anziani e/o le persone disabili, le figure che spiccano di più sono i Caregivers Familiari che, insieme alle badanti, costituiscono il welfare domestico. Il termine caregivers significa letteralmente “donatore di cura” e corrisponde a chi, in ambito domestico, si prende cura di un familiare non autosufficiente. In poche parole è colui che organizza e gestisce l’assistenza del paziente.
Secondo i dati Istat più recenti, in questi anni i Caregivers sono sempre più in aumento, infatti ormai più di 8 milioni di persone, per la maggioranza donne, decidono di dedicarsi all’assistenza a tempo pieno di un persona anziana. Secondo questi dati circa 7 milioni di queste persone sono caregivers familiari, che si occupano di un proprio parente, mentre il restante milione si riferisce a caregivers professionali.
CAREGIVER FAMILIARE REQUISITI
Quali sono i requisiti fondamentali di un caregiver familiare? Tra i principali requisiti del caregiver familiare rientrano l’assistenza diretta ed indiretta del malato. Quella diretta consiste nelle cure primarie, come ad esempio la preparazione e la somministrazione dei pasti, l’aiuto nel vestirsi, il sostegno nella deambulazione, la vigilanza sull’assunzione dei farmaci e molto altro ancora. L’assistenza indiretta invece consiste nello svolgimento delle questioni burocratiche e amministrative che riguardano la persona, come ad esempio pagare le bollette della casa, richiedere la pensione di invalidità o l’assegno di accompagnamento, ecc.
CAREGIVER FAMILIARE LEGGE
Esistono leggi per favorire ed aiutare i caregivers familiari?
Ormai quello del caregiver familiare è a tutti gli effetti un vero e proprio lavoro ma la legislazione italiana non ha ancora provveduto a realizzare degli adeguati riconoscimenti legislativi per proteggere queste persone durante la loro attività lavorativa.
Infatti, in Italia il ruolo sociale del caregiver familiare non è ancora mai stato definito giuridicamente e di conseguenza esso non gode ancora di alcuna specifica tutela. Questo comporta diverse difficoltà, che emergono ancora più forti durante periodi di crisi come quello che stiamo vivendo attualmente. Durante questa emergenza sanitaria causata dal covid-19, ad esempio, non è stato commissionato nessun bonus riconosciuto per caregivers familiari.
Nel 2018 si è provato a dare una sorta di definizione molto generale e ad istituire un “Fondo per il sostegno del ruolo di cura e di assistenza del caregiver familiare”, valevole per gli anni 2018, 2019 e 2020. Si legge nel provvedimento che il caregiver familiare è “la persona che assiste e si prende cura del coniuge, dell’altra parte dell’unione civile tra persone dello stesso sesso o del convivente di fatto ai sensi della legge 20 maggio 2016, n. 76, di un familiare o di un affine entro il secondo grado, ovvero, nei soli casi indicati dall’articolo 33, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, di un familiare entro il terzo grado che, a causa di malattia, infermità o disabilità, anche croniche o degenerative, non sia autosufficiente e in grado di prendersi cura di sé, sia riconosciuto invalido in quanto bisognoso di assistenza globale e continua di lunga durata ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, o sia titolare di indennità di accompagnamento ai sensi della legge 11 febbraio 1980, n. 18”.
Il fondo della legge di bilancio del 2018 è riservato alla copertura finanziaria di interventi per il riconoscimento del valore dell’attività del caregiver. Questo fondo aveva istituito 60 milioni di euro, validi fino al 2020, per favorire gli assistenti familiari di persone disabili e anziane. A beneficiare di questo fondo sono stati i caregivers familiari che si prendevano cura di un coniuge o di una persona convivente fino al secondo grado di parentela.
Laura Bignami aveva chiarito quali fossero i criteri con cui i caregivers potevano richiedere le misure finanziarie adeguate: “a causa di malattia, infermità o disabilità, non è autosufficiente o che necessita di ausilio di lunga durata, o non è in grado di prendersi cura di sé, ed è riconosciuto invalido al 100 per cento e che necessita di assistenza globale e continua ai sensi dell’articolo 3, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 194, per almeno una media di 200 ore mensili ivi inclusi i tempi di attesa e di vigilanza notturni e ogni attività di assistenza diretta, ovvero nei soli casi indicati dall’articolo 33, comma 3, della legge 5 febbraio 1992, n. 104, anche di un familiare entro il terzo grado che, a causa di malattia, infermità o disabilità anche croniche o degenerative o comunque di lunga durata necessiti di analoga assistenza globale e continua”.
La legge di bilancio, istituita nel 2018, si è esaurita nel 2020. Il governo è già alle prese con la nuova legge di bilancio che partirà nel 2021 e durerà fino al 2023. Il contratto stanzierebbe circa 30 milioni di euro per ogni anno. Questo intervento è destinato alla copertura finanziaria di alcuni provvedimenti legislativi indirizzati al riconoscimento del valore sociale ed economico dell’attività dei caregivers.
Nonostante ci sia, da parte del legislatore, la volontà di realizzare degli interventi finanziari in favore dei caregivers familiari, i problemi relativi alla loro concretizzazione sono ancora molteplici. Per questo motivo dobbiamo attendere comunicazioni più ufficiali dal nostro governo.
CAREGIVER FAMILIARE INPS
Oggi le misure di tutela a sostegno dei caregivers familiari sono disciplinate dalla Legge 104, che prevede permessi retribuiti di 3 giorni lavorativi al mese. Solo in casi in cui l’assistito si trovi in condizioni veramente gravi, il caregiver avrà la possibilità di beneficiare di un congedo straordinario della durata massimo di due anni.
Per ottenere l’accesso ai benefici riconosciuti dalla legge 104 sarà necessario fare richiesta all’INPS.
In futuro ci sarà la possibilità per i caregivers familiari di accedere a quello che oggi è ancora un ipotetico bonus ma solo secondo dei criteri ben precisi:
- essere figlio, coniuge o parente entro il terzo grado di un familiare convivente non autosufficiente di almeno 80 anni di età;
- avere un reddito Isee inferiore ai 25.000 euro.
Il nostro legislatore sta lavorando anche ad un Testo Unico per il caregiver familiare, con l’obiettivo di introdurre agevolazioni fiscali e previdenziali, ovvero aiuti economici. Con l’introduzione del Testo Unico, oltre alla legge 104 ed al pensionamento anticipato (quota 41), saranno aggiunte nuove forme di tutela. I disegni di legge su cui si sta lavorando sono la legge 2266, 2048 e 2128:
- Il primo disegno di legge, 2266, prevedere per tutti coloro che hanno un isee inferiore a 25 mila euro e un familiare di più di 80 hanno diritto a una detrazione irpef al 19% per la spesa dell’assistenza
- Il secondo, 2048, riconosce il credito d’imposta per il 50% fino ad un massimo di 1.000 euro. In più prevede un bonus per i caregivers fino a un massimo di 1900 euro per le spese sostenute per l’assistenza. Quest’ultimo verrà assegnato solo a coloro che si trovano in grave difficoltà economico.
- Infine, il 2128, permetterà al caregiver di ottenere una copertura assicurativa.
Queste agevolazioni però non sono ancora del tutto funzionanti e per questo ci auguriamo che vengano prese delle decisioni precise e funzionanti il prima possibile.